Ötzi, un uomo normale

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Ötzi aveva le pulci e anche le zecche, soffriva di malattie cardiocircolatorie incredibilmente moderne, nel suo stomaco è stato ritrovato l’Helicobacter pylori, un batterio diffuso anche oggi in circa metà della popolazione mondiale, che può causare complicazioni cliniche come gastriti o ulcere. Era nato 5300 anni fa ai piedi delle montagne dove è stato assassinato, il suo gruppo sanguigno, un aplogruppo K molto raro in Europa, lo imparenta con popolazioni ancora esistenti tra nord della Sardegna e sud della Corsica. Ötzi era alto 165 centimetri, aveva 45 anni quando morì, aveva gli occhi marroni, i capelli castani e soffriva di intolleranza al lattosio, segno dell’appartenenza a una civiltà prettamente contadina. Solo con l’addomesticamento degli animali, gli uomini hanno poi sviluppato la capacità di digerire il latte anche in età adulta. Per curarsi dall’artrite usava una forma di agopuntura rivelata dai suoi tatuaggi, il rame con cui è stata costruita l’ascia che portava con sé proveniva da giacimenti della Toscana meridionale. Gli antichi andavano a piedi ma di certo non si fermavano mai. Era vestito e attrezzato come un alpinista moderno. Nella mano destra un profondo taglio in via di guarigione dimostra che alcuni giorni prima era stato al centro di una feroce colluttazione: con la mano aveva parato un colpo inferto con un coltello o un’ascia. Il suo avversario doveva essere morto visto che Ötzi era riuscito a scappare salendo verso il Giogo di Tisa, a 3100 metri, dove i suoi assalitori l’avrebbero raggiunto e assassinato con una freccia con la punta di pietra lanciata da una trentina di metri di distanza che gli penetrò nella scapola tagliando alcune vene arteriose. Cadde come corpo morto cade, come avrebbe detto Dante Alighieri. Si procurò anche una frattura allo zigomo cadendo sulle rocce. Morì all’istante. E’ un mistero perché non si sia ritrovata l’asta della freccia penetratagli nella schiena. Le altre aste che aveva nella faretra sono state ritrovate perfettamente intatte. Chi gliela tolse non rubò l’ascia di rame, la pelliccia di capra, il berretto di pelo d’orso, oggetti assai preziosi. Quando fu trafitto dalla freccia fatale, Ötzi stava mangiando le provviste che si era portato appresso. Non vide i suoi nemici che evidentemente erano stati molto abili nell’avvicinarsi senza far rumore. Scontro tra tribù rivali? Vendetta privata? Ötzi non ha finito di raccontarci la sua storia. Il Giogo di Tisa si trova in Italia a soli 80 metri dal confine internazionale tra Italia e Austria stabilito nel 1919 ed è il motivo per il quale Ötzi si trova a Bolzano anziché a Innsbruck.

Ötzi, un uomo normale
- Ultima modifica: 2018-03-04T12:02:39+01:00
da Renato Andreoletti

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